sabato 27 settembre 2014

Leggenda dell'origine del libro Tao Te Ching sul cammino di Lao Tzu verso l'esilio

Dal Diario di Gianfranco Bertagni www.facebook.com/gianfranco.in.quiete

Leggenda dell'origine del libro Tao Te Ching sul cammino di Lao Tzu verso l'esilio 

(Bertolt Brecht)

Un vecchio cavalca un bue, accompagnato da un ragazzo, su per montagne scoscese e deserte. Portano con sé poche provviste e qualche coperta. Si lasciano alla spalle un regno con una cultura raffinata, una città popolosa e campagne fertili e vanno verso occidente, verso steppe abitate solo da tribù di barbari. In cima al monte c'è un passo, l'ultimo confine del regno. Seduto all'ombra di un pino, un unico soldato sta a guardia del passo. È un povero militare, l'uniforme logora, i piedi nudi. Fedele alla consegna, ferma i viaggiatori, chiedendo la loro identità e la meta del loro viaggio. Ma meta questi due non ne hanno. E chi è questo vecchio che sembra di nobile lignaggio e in tarda età si avventura in un viaggio tanto faticoso? Il vecchio, dice il ragazzo, "insegnava". "E cosa insegnava?" chiede il soldato. "Oh," dice il ragazzo, "strane cose. Parlava dell'acqua che, pur essendo la sostanza più morbida, erode le rocce più dure. Insegnava che il morbido e il flessibile sono in grado di sopraffare il duro e il rigido."Il ragazzo tira la cavezza del bue. È ansioso di ripartire, perché si sta facendo sera e i due viaggiatori hanno ancora un buon tratto di cammino da fare. Ma il soldato ora è incuriosito. " Cos'è questa faccenda dell'acqua?"
Il vecchio lo guarda tra le palpebre socchiuse: "Vuoi sapere?" "Io conto ben poco," dice il soldato, "ma questa idea che il morbido e il flessibile vincono il duro e il rigido mi sembra importante. Perché non vi fermate qui questa notte e ne parliamo un poco? La mia capanna è modesta, ma si sta bene al riparo dal vento e accanto al fuoco."
La curiosità è sincera e il consiglio sensato. Non si rifiuta un insegnamento a chi lo 
chiede in maniera tanto cortese. E al bue non dispiacerà il riposo e l'erba fresca del monte. Il vecchio a fatica smonta dalla sua cavalcatura.
Restano con il soldato quella notte e un'altra e un'altra ancora. Il soldato ha chiesto al vecchio di lasciargli qualcosa di scritto di queste strane cose che insegna e il vecchio ha acconsentito. Non lo aveva mai fatto, nei lunghi anni trascorsi nella capitale. Ma ora, di fronte alla richiesta di quest'uomo semplice, che appena sa leggere, stranamente, senza neppure pensarci, ha dettò sì. Perciò, seduto sotto il pino, trascorre le giornate scrivendo.
I giorni passano in tranquilla semplicità. I contrabbandieri si stupiscono che il guardiano del passo sia divenuto tanto indifferente ai loro andirivieni. Il settimo giorno il vecchio consegna il manoscritto al soldato. I viaggiatori prendono congedo, ringraziano dell'ospitalità, il ragazzo aiuta il vecchio a risalire in groppa. al bue e si rimettono in cammino. Scompaiono in lontananza sul sentiero tortuoso.

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