martedì 5 febbraio 2013

La Soluzione (forse) - Antropocrazia o Economia Naturale

Ultimamente, io e gli amici Cittadini oltre la Crisi, ci siamo fatti sedurre da una "grossa" idea, attribuibile a Nicolò G. Bellia, o a Steiner, o all'Universo.
San Giorgio nell'atto per cui è celebre

Quest'idea di riforma economica, di paradigma e di pensiero sociale è ancora da provare nella sua interezza, ma sarebbe interessante che qualcuno lo facesse. Certo è che, se applicata, il cambiamento che provocherebbe sarebbe strepitoso.

In un documento che ho trovato online si parla di Economia Naturale

L’economia naturale. Solo un’utopia?

di Daria Lepori

L'economia può essere paragonata alla natura: la natura produce alimenti e li regala e tutti i suoi esseri- Se la natura è sana, c'è abbondanza. Il cibo è deperibile e può quindi essere immagazzinato solo per breve tempo. E non esistono interessi. Piante e animali non pensano ad accumulare più di quanto riescano a utilizzare.

...continua su http://www.acli.ch/ILDialogo/dialogo_2007_3/p14.pdf


Mentre Bellia (e Stefano Freddo, il nostro "esperto") parla di Antropocrazia

[doc di Stefano Freddo da inserire]



Come tutte le grandi idee potrebbe spaventare la maggioranza attaccata a questo sistema, ma se la situazione peggiora ulteriormente la situazione potrebbe diventare favorevole per il "salto".
Secondo me si potrebbe pensare anche ad una transizione morbida, coadiuvata da un sistema economico parallelo che man mano si prende in carico le necessità economiche della popolazione. La cosa è da discutere, perché alcuni amici non lo ritengono possibile. 
L'importante è, se non si trovano impedimenti alla bontà dell'idea, trovare un percorso felice per arrivarci.

2 commenti:

  1. Io non sono attaccata a questo sistema, anzi, non mi convince chi dice 'questo è il migliore possibile', dunque sono attenta alle nuove idee. Ma questa credetemi è proprio brutta. Anche se inizialmente affascina, pensandoci su appare sempre più brutta : è l'incentivo a non far niente...ovvero un disincentivo a progredire , a migliorarsi. Senza contare che gli uomini non sono come gli animali, ahimè sono dotati, oltre che della bontà, della cattiveria: si invidiano gli uni con gli altri e lotti e guerre sarebbero sempre in agguato ( a maggior ragione dove si lavora solo per il proprio piacere ). Nessun ambiente è immune dalla guerra purtroppo,neanche dove il lavoro non manca ed è solo vocazionale... È ingenuo credere che non sia così [Querela Pacis, Erasmo da Rotterdam,1517]

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  2. Io ritengo che l'uomo abbia uno spirito che lo invita continuamente al miglioramento. Lo stesso spirito della natura che guida l'evoluzione. Perciò ogni uomo tende "naturalmente" verso il bene.
    Quelli che, liberati da ogni necessità, non fanno niente sono in qualche maniera malati, si potrebbe dire addirittura "interiormente morti". Ma l'esistenza di questi individui non giustifica l'asservimento di tutti gli altri, ovvero quelli che, liberati, opererebbero per migliorare ulteriormente la società nella quale vivono.
    Certo che quelli che cadono in depressione una volta liberati dalla necessità di correre dietro ad uno stipendio andrebbero in qualche maniera aiutati a scoprire il loro valore, ma questo sarebbe compito di educatori.
    Riguardo invece all'aggressività, questa è funzionale ad un mondo di miseria, perché quando c'è poco da mangiare, quelli che sono più aggressivi vivono a discapito di quelli che non lo sono. In un mondo dove c'è giustizia, litigare, guerreggiare, avrebbe meno senso e quindi questo tipo di comportamenti sarebbe naturalmente disincentivato. Anche qui la rieducazione sociale sarebbe utile.

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