mercoledì 8 novembre 2017

La Dichiarazione per un'etica mondiale

Ieri sera ho assistito alla bellissima conferenza di Beppe Robiati, dal titolo "La terra è un solo paese, l'umanità i suoi cittadini" - Come realizzare questa visione? - Dalle parole ai fatti; il valore dei principi, l'efficacia delle azioni.
Durante la conferenza Beppe ha illustrato con la solita , oltre che della vita e del messaggio di speranza di Bahá’u’lláh, e dell'importanza dell'etica e dei valori per la il benessere dei popoli, dei principi etici mondiali riconosciuti dalla comunità delle religioni... sono molto interessanti perché, oltre a contribuire alla pace e alla definizione di un'etica a livello mondiale (quindi per la regolazione dei rapporti intra ed extranazionali), possono aiutarci a gestire nella pratica i rapporti non sempre facili tra noi e i "nuovi arrivati" di altre culture, che fanno riferimento a sistemi religiosi/valoriali diversi, ma che in generale rispettano certi valori tradizionali anche più di noi occidentali "emancipati".
Questi principi sono insomma trasparenti alle differenze religiose, ma sono accettabili anche dai laici che abbiano una coscienza. Andrebbero prima praticati e sviluppati nel quotidiano, e poi anche insegnati agli altri.



«Quest'unico mondo ha bisogno di un unico ethos fondamentale; quest'unica società mondiale non ha certamente bisogno di un'unica religione e di un'unica ideologia, ha però bisogno di alcuni valori, norme, ideali e fini vincolanti e unificanti.»
(HANS KÜNG, Progetto per un'etica mondiale)

Nel 1993, alcuni rappresentanti del Parlamento delle religioni del mondo hanno reso pubblica una Dichiarazione per un’etica planetaria, la quale afferma che «esiste già tra le religioni un consenso suscettibile di fondare un’etica planetaria; un consenso minimo che riguarda valori obbliganti, norme irrevocabili e tendenze morali essenziali». Questa Dichiarazione contiene quattro princìpi.

  1. «Nessun nuovo ordine del mondo senza un’etica mondiale». Noi tutti abbiamo una responsabilità nei confronti di un migliore ordine mondiale.
  2. «Ogni persona umana sia trattata umanamente». La presa in considerazione della dignità umana è considerata come un fine in sé. Tale principio riprende la «regola d’oro» che è presente in molte tradizioni religiose. 
  3. La Dichiarazione enuncia quattro direttive morali irrevocabili:
    • l'impegno per una cultura della nonviolenza e del rispetto di ogni vita. “Non uccidere” o, in positivo, “Rispetta ogni vita”.
    • l'impegno per una cultura della solidarietà e un giusto ordine economico.“Non rubare” o, in positivo “Agisci in maniera corretta e leale
    • l'impegno per una cultura della tolleranza e per una vita nella sincerità. “Non mentire” o, in positivo, “Parla e agisci con sincerità
    • l'impegno per una cultura della parità dei diritti e della solidarietà fra donne e uomini. “Non commettere atti impuri”* o, in positivo, “Rispettatevi e amatevi a vicenda
  4. Riguardo ai problemi dell’umanità, è necessario un cambiamento di mentalità, affinché ciascuno prenda coscienza della propria pressante responsabilità. È dovere delle religioni coltivare tale responsabilità, approfondirla e trasmetterla alle generazioni future. 


Cito da Wikipedia:
Fin dalle prime parole la Dichiarazione metteva poi in luce quanto il proprio intento fosse ben lungi dal voler creare unʼunica sovrastruttura etico-religiosa globale: «Per etica mondiale non sʼintende unʼideologia mondiale o una religione mondiale unitaria al di là di tutte le religioni esistenti». Non si tratta insomma di un altro universalismo universalistico o monocentrico, che intenda soppiantare o ricoprire la molteplicità degli universalismi: «unʼetica mondiale non intende neppure sostituire lʼalta etica delle singole religioni con un minimalismo etico. La Torà degli ebrei, il Discorso della montagna dei cristiani, il Corano dei musulmani, la Bhagavadgita degli indù, i discorsi di Buddha, i detti di Confucio – restano il fondamento per la fede e per la vita, per il pensiero e lʼazione di centinaia di milioni di uomini».

Note:
* Vista l'ampio uso che la Chiesa Cattolica ha fatto del concetto di "atti impuri" per indurre il senso di colpa nei credenti, forse sarebbe più appropriato in Italia tradurre questa norma con "gestisci la tua sessualità", ma l'argomento è da approfondire, perché da una parte è indubbio che la sessualità vada controllata (da noi i crimini sessuali, come gli stupri, sono all'ordine del giorno), dall'altra non è chiaro in cosa consista una sessualità "sana". Per Reich, la sessualità una fonte di energia, ma anche un mezzo di controllo delle masse.

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